Toccante reportage fotografico ispirato dalla capacità di riconoscere ciò che l’occhio guarda e la mente vede.
In una favela di Salvador de Bahia, nel Nordest del Brasile, si svolge una intensa vita quotidiana, regolata da una indigenza che non priva gli abitanti della propria dignità. Vicenda minimale (forse), che solo il buon reportage ha modo di elevare a storia raccontata.
A questo punto, una domanda d’obbligo: qual è il succo che qualifica il fotografo, distinguendolo come tale, appunto fotografo? La consapevolezza, assecondata, che la sua sia una scelta di vita, uno stile da incoraggiare e sostenere.
Indipendentemente dalle ore riservate allo svolgimento del mestiere, secondo canoni che dipendono da infiniti fattori, il fotografo autentico non subordina se stesso allo scorrere delle lancette sul quadrante dell’orologio.
È fotografo anche senza macchina fotografica, è fotografo perché ha educato il proprio modo di guardare la vita, vedendola. Insomma, non è solo un lavoro, ma un accumulo di emozioni ed esperienze esistenziali, in qualità/quantità dipendente dagli indirizzi (dal reportage alla moda, alla pubblicità, alla fotografia di cerimonia o industriale, alla fotografia di strada).
Ciò che il fotografo incontra si converte sempre in insegnamento. Come afferma Fabrizio Jelmini, fotogiornalista (e altro ancora) che ha ispirato queste riflessioni, «La fotografia ti mette sempre in discussione; l’ansia dell’incarico, piuttosto che della conclusione di un iter fotografico progettato in proprio, ti porta a ragionare.
A conseguenza, analizzando al meglio le azioni in svolgimento, riesci a comunicare ciò che effettivamente vedi, e come lo vedi».
Inaugurazione: domenica 13 gennaio, 17:00
Ex ospedale di San Rocco (primo piano) - piazza San Giovanni - MATERA
Periodo: 13 gennaio - 10 febbraio 2019
Orari apertura mostra: 10:00/12,30 - 16:00/19:30
INGRESSO GRATUITO
Favela di Fabrizio Jelmini
COSCIENZA DELL'UOMO
MATERA 2019
Da una parte, la volontà di proporre un percorso, una visione di stampo italiano. Non per provincialismo culturale e di esame, come troppo spesso accade, quando e per quanto si lamenta l’assenza del nostro paese da palcoscenici internazionali (dai quali non siamo esclusi per incapacità dei fotografi, ma per colpevole assenza di quei supporti infrastrutturali, soprattutto istituzionali, pubblici e privati, che, invece, sostengono e promuovono altre geografie). Ma per convinzione di offrire e proporre una interpretazione della fotografia, magari anche in un proprio percorso intellettivo, definita e determinata, per l’appunto, da un apporto culturalmente italiano.
Una visione di apertura, non chiusura. Una visione che non intende dimostrare nulla, ma suggerire domande, invitare a ragionamenti, offrire prospettive esistenziali, sollecitare interrogazioni.
Il filo ispiratore e conduttore della Coscienza dell’Uomo si richiama a quel pensiero meridiano di nobili origini (seminato da Albert Camus, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Rainer Maria Rilke, Fernand Braudel, Pier Paolo Pasolini, Ernesto De Martino, Predrag Matvejević… e altri, ancora), che il filosofo Franco Cassano ha ben esposto e articolato nel suo saggio omonimo, al quale tanta cultura italiana attinge oggi quell’idea di originalità nel confronti del Mondo che definisce, fino a caratterizzarla, una interpretazione della Vita della quale noi intendiamo sottolinearne il contributo in forma fotografica.
Maurizio REBUZZINI - Direttore Artistico.
Autori inseriti nel progetto: Gian Paolo BARBIERI, Paolo RANZANI, Ottavio MALEDUSI, Maurizio REBUZZINI, Massimo DE GENNARO, Fabrizio LIUZZI, Mauro VALINOTTO, Beppe BOLCHI, Matteo FANTOLINI, Giovanni CABASSI, Francesco MALAVOLTA, Altin MANAF e Andreas IKONOMU, Oliviero TOSCANI, Gino BEGOTTI, Rinaldo e Davide CAPRA, Maurizio GALIMBERTI, Tommaso LE PERA, Massimo MASTRORILLO e Pamela PISCICELLI, Filippo ROMANO, Marco SAIELLI, Franco ZAMPETTI, Franco CANZIANI, Gian BUTTURINI, Franco CANZIANI – Marco MOGGIO, Nino BARTUCCIO, Alberto DUBINI, Fabrizio JELMINI, Gianluigi COLIN, Pino BERTELLI.