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Manoocher DEGHATI


Nato in Iran nel 1954, Manoocher Deghati è un cittadino del mondo che, grazie alla sua macchina fotografica, ha documentato in maniera crudele e viva i momenti più drammatici della storia recente di Iran e Francia, ma anche Los Angeles e Costa Rica, informando attraverso le immagini il pubblico internazionale a dispetto delle distanze geo-grafiche e culturali. Ha fotografato i conflitti in Libano, Nord Irlanda, Stati Uniti, Panama, El Salvador, Nicaragua, Guatemala, Honduras, Kuwait, Bosnia, Sudan, Somalia, Libia, Egitto, Israele e Palestina, Algeria, Marocco, Turchia, Arabia Saudita, Siria, Bangladesh, Etiopia, Filippine, Kenia, Sierra Leone, Uganda e Abu Dhabi. Nel 1996 è rimasto gravemente ferito per West Bank mentre documentava il conflitto israelo-palestinese a Ramallah, sulla riva occidentale del Giordano. Rimpatriato in Francia, ha trascorso due anni in terapia fisica all’ospedale Invalides per veterani di guerra. Un episodio simile si è ripetuto nel 2000 durante la parentesi lavorativa parigina con AFP, quando è rimasto nuovamente ferito in occasione della visita del Primo Ministro francese Lionel Jospin a Ramallah, in Palestina. Creatore e direttore della unità fotografica d’UN-OCHA/IRIN, l’Agenzia Stampa Umanitaria delle Nazioni Unite a Nairobi, ha ricoperto anche il ruolo di osservatore internazionale delle Nazioni Unite in occasione delle elezioni della Loya Jirga nel 2000. Tra i premi conquistati anche il primo premio per il Fuji Price e il Georges Benderheim. Inoltre, tra gli innumerevoli riconoscimenti internazionali ricevuti negli anni, è stato anche sei volte “Miglior foto del mese” per l’AFP. AINA Photojournalism Institute in Afghanistan, direttore fotografico per Agence France Press (AFP) e Associated Press (AP), Manoocher Deghati pubblica regolarmente i suoi lavori fotogiornalistici su National Geographic Magazine. Docente Masterclass per World Press Photo Amsterdam, nel 1984 ha vinto il primo premio del concorso nella categoria “news feature” con un reportage sulla guerra tra Iran e Iraq, mentre nel 1986 si aggiudicato il terzo posto nella categoria “daily life” con una foto che ritrae le donne rivestite di Chador che partecipano ai funerali di un leader della rivoluzione. Per sei anni, inoltre, ha fatto parte della giuria internazionale del concorso World Press Photo. Ha collaborato e collabora ancora con testate prestigiose come Time, Life Press, Newsweek, Figaro e Marie-Claire
©ADG
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