Manoocher DEGHATI
Il due volte vincitore del WPP ha fotografato conflitti in tutto il mondo. È stato direttore dell’Associated Press ed è fotoreporter del National Geographic.
Manoocher Deghati, sapete, è un celebre fotoreporter irano-francese-italiano: è nato a Orumieh, Iran, nel 1954, vive da alcuni anni con la sua famiglia in Puglia. Nel frattempo gli erano capitate – se le era cercate, del resto – avventure drammatiche e spettacolose in una quantità di punti del mondo in cui succedevano le cose. Ora Ursula Janssen, che è un’archeologa e una scrittrice tedesca-italiana, ha finalmente raccontato le peripezie di Manoocher in mezzo secolo di storia del mondo: il tempo dello Scià, la formazione e la scuola di cinema nella Roma degli anni ‘70, la rivoluzione iraniana e la sua involuzione, la crisi degli ostaggi americani e la catastrofica missione di salvataggio (Manucher era là, solo lui), la brutale guerra Iran-Iraq, la fuga e l’esilio, le missioni in America centrale, Sarajevo assediata, il medio oriente, la Somalia, la guerra del Golfo, il ferimento a Ramallah e la lunghissima degenza parigina agli Invalides, l’Afghanistan e la scuola di fotogiornalismo, con suo fratello Reza, per ragazze e ragazzi afghani – una di loro si guadagnò il Pulitzer – le Nazioni Unite, la primavera araba alla testa dell’Associated Press, il National Geographic… I suoi servizi fotografici procurarono una conoscenza essenziale e rivelatrice di ciascuno di questi capitoli, su Time, Life, Newsweek, Geo…