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SENZA CONFINI - Mostra fotografica

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Ideata, realizzata e organizzata da:

Matera International Photography
Lo Stato Sociale della Fotografia
Studio Arti Visive Gallery
CNA


SENZA CONFINI
Un evento di fotografia che vuole onorare i vari autori, pensatori, artisti che hanno contribuito con la loro personalità sincera e libera, a edificare un nuovo rifugio di idee e creatività; creando durante la pandemia, che ha stravolto le nostre esistenze, un lungo viaggio virtuale di fotografia e non solo. Del resto, quello che continueremo a fare sarà seguire una direzione che si modella e si accresce a ogni nuovo incontro.

Lo Stato Sociale della Fotografia è divenuto uno spazio dove ognuno ha storie da custodire e storie ancora da raccontare, “oltre ogni confine”.

Ecco quindi, concretamente, qui, nella città Capitale Europea della Cultura 2019, Matera, che presentiamo alcuni degli autori della nostra rubrica: “Fotografia & Dintorni”:

Corrado Amitrano
Graziano Bartolini
Salvatore Benvenga
Michele Carnimeo
Paolo G. De Maio
Franco Donaggio
Mario Ferrara
Pierfranco Fornasieri
Enrico Genovesi
Bruna Ginammi
Pierpaolo Mittica
Stefano Pia
Stefano Stranges
Pio Tarantini
Roberto Toja


I Curatori: Carla Cantore, Pamela Barba, Alessandro Capurso, Tommaso Putignano e Antonello Di Gennaro Vi invitano a visitare questo interessante progetto di cultura della Fotografia autoriale del contemporaneo, “realizzato senza l’intervento finanziario ed economico sia privato che pubblico” dal:

18 al 31 agosto 2021 c/o Studio Arti Visive Gallery – Via delle Beccherie, 41 75100 - MATERA

La galleria rispetta le regole secondo le modalità previste dalla legge vigente in materia anticovid.

INGRESSO GRATUITO

Vernissage 18 agosto 2021 ore 19.00
Apertura: Tutti i giorni 17:00 | 20:00 - Lunedì CHIUSO

www.materainternationalphotography.com
Info. 393 6500 200
Responsabile della Comunicazione: Antonello Di Gennaro +39 393 6500 200 fotoadg@gmail.com






La rappresentazione dei fotografi di emigranti e immigrati

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Si può facilmente constatare come la società contemporanea stia dando una priorità sempre più rilevante alle immagini, anziché alla scrittura, quale mezzo di comunicazione diretta. Abbondano le fotografie di visi, di corpi, dei beni più diversi e dei luoghi più remoti, sempre a portata dei nostri occhi: sui giornali, nelle riviste, alla televisione, sui cartelloni pubblicitari e, in tempi più recenti, sui social network. Tuttavia, nel considerare le fotografie come messaggi che arrivano fino ai nostri giorni, allo storico spetta il compito di svelare la trama dei segni che li compongono. Questo significa diffidare della «naturalità» apparente dell’informazione trasmessa.

E ancora, nell’interpretare il «significato» delle immagini, appare necessario comprendere che esse sono parti costitutive di un messaggio molto complesso, fatto anche di parole. Per tali motivi ritengo preziose e strumentali le questioni trattate dalla storica Paola Corti nel suo lavoro Emigranti e immigrati nelle rappresentazioni di fotografi e fotogiornalisti, che consente ai lettori di cogliere nelle fotografie sulle migrazioni italiane l’istante nel quale il futuro si è annidato nel passato.

In questo futuro ci sono i flussi migratori manifestatisi tra la fine dell’Ottocento –momento nel quale milioni di italiani partirono – e gli ultimi due decenni quando l’Italia è passata ad accogliere gli immigrati. Se, da un lato, si constata che la direzione degli spostamenti ha invertito il proprio senso; dall’altro, si osserva un mutamento nella percezione dei suddetti processi migratori da parte della società italiana, un cambiamento nel quale i mezzi di comunicazione hanno giocato un ruolo chiave nell’anticipare e nel diffondere l’immaginario visivo sulle migrazioni. Per comprendere tale congiuntura, l’autrice ha analizzato un insieme di fotografie dell’esodo italiano successivo alla Seconda guerra mondiale, scattate da fotoreporter italiani, in relazione alle immagini prodotte durante la prima grande emigrazione italiana verso gli Stati Uniti.

In seguito, queste immagini sono state messe a confronto con quelle che ritraggono la recente immigrazione straniera in Italia, fatte dagli autori freelance e pubblicate in periodici e cataloghi fotografici su questa tema. Dall’analisi delle immagini fatte dai fotogiornalisti italiani nel secondo dopoguerra, si scopre che sono stati immortalati sostanzialmente quegli istanti del passato nei quali gli individui transitavano per le stazioni dei treni e per i posti di frontiera, ossia, le località di partenza e di passaggio. Non manca neppure la documentazione visiva delle località di arrivo, e in queste, immortalate dalle fotografie, ci sono le condizioni di privazioni nelle quali vivevano gli immigrati italiani nei nuovi paesi di accoglienza, così come le precarie abitazioni familiari, gli alloggi dei lavoratori e le degradanti condizioni di lavoro dei minatori nei paesi europei, come il Belgio e la Svizzera.

Ora, un’importante rivelazione si riferisce al fatto che tali costruzioni visive erano in armonia con la rappresentazione dell’emigrazione nella cinematografia italiana dell’epoca. Così, il cinema si immerse nel clima di crisi economica, politica e sociale dell’Italia del secondo dopoguerra e poi si erse a critico di questa realtà con veri capolavori che narravano la dura vita quotidiana degli italiani in altri paesi e in altri mondi. In questo senso, accanto alla critica, il cinema descrive minuziosamente il tragitto che milioni di italiani percorsero: rappresenta i luoghi di partenza e di arrivo, confronta modi, gesti e comportamenti, allo stesso tempo in cui narra l’ambiguità di cosa significhi «essere italiano» all’estero.

Infine, è l’esame delle fotografie relative all’immigrazione straniera contemporanea nell’Italia che ritengo cruciale e prezioso per confermare il ruolo dei mezzi di comunicazione nella costruzione e nella divulgazione di una certa percezione dei fenomeni migratori. Tale percezione, in un primo momento, si mostrò benevola, pietosa e solidale per quanto riguardava il diritto di ogni individuo a continuare la propria vita in un qualsiasi luogo del mondo in cui si senta realizzato.

Però, in un secondo momento, l’immagine che è prevalsa nella produzione fotogiornalistica recente, si è distinta nel registrare e nel divulgare fino allo sfinimento il viaggio e l’arrivo degli immigrati sul territorio italiano, a centinaia e a migliaia. Di conseguenza, il presente si è tinto con i colori della paura di una «invasione» e ha virato verso l’intolleranza. E il futuro? Il futuro, afferma Paola Corti, può stare negli occhi e negli obiettivi degli autori freelance, forse nell’indipendenza, ma certamente nell’originalità delle loro fotografie; alla stessa maniera può essere affidato alle narrative dei cataloghi che trattano della tematica dell’immigrazione. Ma, soprattutto, sta nell’interazione imprescindibile tra i tre testi: quello visivo, quello orale e quello scritto; ossia nei nuovi messaggi elaborati con immagini e parole.

Antonello Di Gennaro - Direttore artistico

CONVERSAZIONE SULLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA

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Quando: mercoledì 22 APRILE 2020 ore 18,30
Dove: INTERNO GIORNO


Una conversazione sulla fotografia contemporanea con Pio Meledandri e Antonello Di Gennaro.
"La conversazione sulla fotografia contemporanea, attraverso una breve analisi di alcuni tra i tanti Fotografi del nostro tempo, vuole offrire qualche spunto sui linguaggi che caratterizzano autori che sono entrati, a pieno titolo, nel mondo dell’arte.
Da sorella minore della pittura, la fotografia ha invaso i Musei, le Gallerie, le Fiere, grazie alla forza della sua autonomia espressiva"

Link facebook: https://www.facebook.com/pg/contestinternogiorno/events/?ref=page_internal

FIOF R_Evolution 2018

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R_EVOLUTION BASILICATA – MATERA 2018

Domenica 30 settembre 2018 ore 18,00 negli spazi del piano terra dell' Ex Ospedale San Rocco a Matera, sarà inaugurata la 2° tappa di FIOF R_Evolution Basilicata – Matera 2018 a cura del FIOF Basilicata nelle persone dei fotografi Carla Cantore e Antonello Di Gennaro.
L’evento è organizzato in collaborazione con il CNA Basilicata e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti.


Nel pomeriggio dell’inaugurazione si svolgerà un incontro sul tema:

“La fotografia contemporanea tra evoluzione e protezione legale”

interverranno:
- Ken DAMY – Fotografo, Artista e Curatore (Museo Diaframma Kodak Brescia)
- Franco BUTTIGLIONE – Manager Fotocine (BA)
- Vincenzo VINCIGUERRA – Avvocato specializzato in diritto D’Autore (MT)
- Leo MONTEMURRO – Presidente CNA BASILICATA
- Ruggero DI BENEDETTO – Presidente FIOF Nazionale
- Antonello DI GENNARO – Presidente FIOF Basilicata – Moderatore

In mostra circa 100 fotografie realizzate da 8 autori di fama nazionale e internazionale: Monica BONACINA, Carla CANTORE, Antonello DI GENNARO, Alessio FORLANO, Gerardo FORNATARO, Vito FUSCO, Antonio GIBOTTA E Roberto HUNER, che raccontano il mondo di oggi attraverso la fotografia di architettura, reportages e artistica.


Antonio Gibotta, vincitore del Word Press Foto 2017 con il reportage “Serbia, Belgrade, Over 1000 migrants in the polar temperature of Belgrade” fotografia con sensibilità la situazione di centinaia di migranti, per lo più afghani, siriani e iracheni, hanno trovato rifugio nei depositi abbandonati lungo la ferrovia a Belgrado nel loro cammino di avvicinamento ai confini dell'Unione Europea.
Il progetto della “Sopraelevata” di Alessio Forlano nasce un progetto con l’obiettivo duplice: da un lato vuole raccontare Genova con uno sguardo diverso che denuncia i contrasti e gli elementi di interesse che questa strada crea nell'ordinarietà di tutti i giorni; dall'altro vuole mantenere vivo lo straordinario dibattito che da anni rende questa strada una delle protagoniste indiscusse della sviluppo urbano di Genova.
Monica Bonacina ha viaggiato in solitaria nello Zanskar, di tappa in tappa, di gompa in gompa. Dorje Dzong, Zangla, Karcha, Tungri: monasteri di monache bambine, ragazze, donne, anziane, a rappresentare il volto femminile del buddhismo, nel loro quotidiano vivere, spirituale e materiale. Ha vissuto con le monache, in giorni di silenzio e senza una lingua comune percorribile, se non quella di gesti e sguardi. Tra i confini temporali di ogni alba e tramonto, scanditi da riti che si ripetono quasi immutati e immutabili. Dove, sempre e da sempre, la luce è cordone ombelicale, ad un capo il piccolo dentro, all’altro l’immenso fuori. Ha cercato Anitya, l’Impermanenza, in quel quotidiano vivere e forse lei Anitya, si è lasciata un po’ guardare. Forse anche fotografare “anitya l’Impermanenza nei monasteri buddhisti femminili dello Zanskar”.
Carla Cantore esplora con il suo reportage “La sacralità nel popolo di Canna (CS), un lavoro che si inserisce in un progetto di fotografia demo antropologica di una piccola comunità calabrese, indagando in maniera quasi intima e raffinata la conservazione di valori sacri che si tramandano dall’antichità, conservando con gesti e gestualità tipiche della religiosità delle genti del mediterraneo.
Il Progetto “Creature di mare e di sabbia”– Mozambico, nasce durante un cammino percorso dal fotografo Roberto Hüner, lungo una spiaggia nel sud-est del Mozambico. Un’esperienza di viaggio insolita che, come un’esperienza di vita, aggiunge emozioni ma soprattutto sottrae la via già battuta e conosciuta per lasciare spazio invece ad una ignota per poi smarrirsi nella memoria di una perdita ancora più grande, quella della madre.
La serie “Valencia” del fotografo Gerardo Fornataro è ispirata dalle architetture realizzate da Calatrava e racconta della relazione uomo-natura, ponendo l’attenzione sul limite umano rispetto alla grandiosità della imprevedibilità della natura.
Il progetto di Vito Fusco “Naypyidaw – Myanmar. Is there anybody out there?! “ ci racconta attraverso i ritratti degli abitanti e il paesaggio di Naypidaw. (Il giorno 6 Novembre del 2005, solo due anni dopo l’inizio dei lavori, il Genarale Than Shwe, capo del Consiglio di Stato per la Pace e lo

Sviluppo, annunciò lo spostamento formale della capitale dalla vecchia Yangon a Naypyidaw.) Il “centro“ di Naypyidaw è diviso in aree ben definite e distanti tra loro (zona militare, zona amministrativa, zona hotel) con un immenso e deserto viale a 21 corsie che passa davanti un invalicabile cancellata con tanto di ponti a protezione del parlament. Dopo 15 anni dall’inizio dei lavori, e dopo aver anche ospitato la XXVII edizione dei Giochi del Sud-est asiatico nel 2013, Naypyidaw sembra ancora molto lontana dal diventare una capitale vera e propria. Rimane, piuttosto, un agglomerato amministrativo con intorno township abitate da più di un milione di persone. Per questo non può essere considerata una Ghost City [1]. Le diverse aree sembrano semplicemente dei luoghi appartenenti ad un tempo ed uno spazio differente.
Antonello Di Gennaro che espone un progetto fotografico “La luce nell’arte, nell’architettura e nella fotografia” dedicato proprio a Barletta: “si tratta di paesaggi urbani in cui alcuni possenti edifici, o scorci di essi, delineano un percorso visivo quasi senza tempo. Nelle fotografie non compaiono persone o elementi contemporanei – autoveicoli, insegne, infrastrutture moderne − che possano contestualizzare temporalmente i luoghi e la scelta di desaturazione quasi totale del colore accresce l’aura di tempo sospeso. Colpisce, nello scorrere le immagini, la solidità e la compattezza stilistica di queste architetture che sembrano uscite da un set medievale: i cieli che le sovrastano sono sempre nuvolosi con il risultato visivo di una luce diffusa che nulla concede alla spettacolarità della luce mediterranea. Questi paesaggi urbani sono il contrario del cartolinesco, si inscrivono nella consolidata tradizione di una fotografia geometricamente rigorosa che parte dalle esperienze ottocentesche di Alinari per giungere fino al contemporaneo Gabriele Basilico.” (Pio Tarantini).

31 Maggio - 1 Settembre 2018 Ken Damy / Pino Settanni

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Inaugurazione: 31 maggio 2018 ore 19,00
Sarà presente l'autore Ken Damy


Mostra a cura Carla Cantore e Antonello Di Gennaro
Matera International Photography

Periodo: 31 maggio - 01 settembre 2018
Orari: dal martedì al sabato dalle ore 16:00 alle ore 20:00
Museo per la Fotografia Contemporanea Pino Settanni, Matera
Ingresso libero
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